mercoledì 15 febbraio 2012

Come e perché organizzare un raccordo pedagogico, curricolare ed organizzativo tra le diverse scuole.

"Alla continuità è stato affidato il compito di garantire il diritto dell'alunno alla piena formazione (…). Un'azione educativa che sia finalizzata a consentire il conseguimento di tale prospettiva postula un progetto organico, completo, continuo, pur nel rispetto delle peculiarità di ciascuna scuola".

( D.M. 16/11/92 )

 

Uno degli argomenti più ricorrenti nel discorso pedagogico attuale è l'insistenza sulla continuità educativa e didattica necessaria alla scuola di base e tale da consentire lo sviluppo integrale e armonico del bambino. Lo sviluppo intellettivo dell'uomo è un percorso graduale e continuo e correlato allo sviluppo socio – affettivo a cui possono ledere contrasti o balzi: è importante, sottolinea Bruner nel proporre il modello educativo a spirale, salvaguardare la processualità nell'organizzazione degli apprendimenti, come pure è necessario, secondo la ricerca pedagogica, garantire al bambino uno sviluppo equilibrato ed armonico.

D'altra parte sull'istituzione di base grava uno storico frazionamento dovuto ad origini diverse per finalità e tempi delle scuole materne, elementari e medie e che tuttora permane per alcuni aspetti: pensiamo al fatto che la scuola materna non è ancora obbligatoria, che non esiste per essa una scheda di valutazione, pensiamo alla diversa formazione dei docenti dei tre livelli di scuola e a quanto questi ultimi differiscano negli orari e nella organizzazione.

Frabboni aborrisce questa frammentazione perché essa si riflette inevitabilmente e in modo negativo sugli utenti della scuola, i bambini, che vivono con disagio il passaggio da un tipo di scuola all'altro, talora imbattendosi in insuccessi scolastici che frequentemente li portano alla dispersione, mentre il compito della scuola, carico di valore sociale, è quello di accogliere ed educare, insegnare ad imparare e formare persone con profonde radici culturali e saldi valori in grado di vivere bene in una società complessa come quella attuale.

I testi programmatici sono decisamente all'avanguardia in fatto di continuità auspicandola e promuovendola "anche come raccordo pedagogico, curricolare ed organizzativo", d'altra parte questa convinzione era insita nello stesso concetto di ciclicità di Comenio e per quanto riguarda i contemporanei, Ausubel prospetta una "continuità dinamica della formazione", attuabile attraverso un progetto organico che partendo dai campi di esperienza del bambino attraverso curricoli a ciclo continuo, possa ripercorrere gli assi culturali e formativi sino a giungere alla differenziazione sistematica delle discipline.

Anche il Ministero ha recepito l'esigenza di dare unità al processo educativo dei tre livelli contigui di scuola, conservando in ognuno le specificità caratteristiche, onde evitare i rischi tipici della uniformità quali la tendenza all'appiattimento e alla semplificazione come pure il precoce ed esagerato scolasticismo.

La c.m. n°1/'88 che auspicava la continuità riguardo all'h viene considerata l'occasione mancata della scuola che non ha esteso la prassi specifica degli insegnanti di sostegno a tutto il corpo docente. Due anni dopo la L. 148/90, agli articoli 1 e 2 affidava alla scuola elementare il compito di raccordare i rapporti con materna e media in un'ottica di continuità e rinviava ad un successivo decreto la definizione delle forme e delle modalità di tale raccordo. Nel '91 sono stati creati dal ministero della P.I. i gruppi di lavoro per la continuità. Questi composti da un gruppo di esperti, hanno fornito le indicazioni, alla base del D.M. 16/11/'92 e della c.m. n°339/'92, per la realizzazione della continuità. Lo studio dei gruppi di lavoro suggeriva di partire dal passaggio di informazioni sul b. da un livello all'altro di scuola attraverso un dossier che raccogliesse i dati relativi alle competenze cognitive e alla capacità relazionale del fanciullo, in modo da avere un quadro completo delle potenzialità e delle difficoltà di ognuno. Un altro elemento di raccordo individuato dai gruppi di lavoro mirava a evidenziare le finalità educative a cui unitariamente la scuola, tutta, deve mirare; inoltre si auspicava l'armonizzazione dei metodi e l'unificazione del sistema valutativo.

La successiva c.m. 339/'92 suggeriva le possibili modalità di attuazione della continuità proponendo piani di intervento a vari livelli.

Il primo livello riguarda il coordinamento dei curricoli reso possibile solo da una conoscenza reciproca dei programmi tra i diversi gradi di scuola e dall'individuazione di obiettivi generali validi per tutta la durata dell'obbligo scolastico.  Questo livello può essere raggiunto con l'attività di collaborazione tra insegnanti delle scuole diverse ponendo in essere incontri e attività in comune specie per gli anni ponte e trovando il modo di conoscere non solo i programmi delle scuole contigue ma anche l'organizzazione dei loro spazi e tempi nonché i modi della verifica e della valutazione, attività queste previste durante la fase della programmazione di Circolo che va dal 1° settembre all'inizio delle lezioni. Ci sono però degli ostacoli che rendono difficile la fase programmatoria comune e sono legati ai diversi criteri di distribuzione delle ore da dedicare ai collegi docenti, agli aggiornamento ecc. per superarli sarebbe opportuno l'impegno a coordinare i tempi della programmazione a cui andrebbe dedicato un numero maggiore di ore soprattutto per le classi degli anni ponte. Inoltre sarebbe opportuno permettere la compresenza di insegnanti appartenenti ai diversi ordini di scuola, per esempio insegnanti elementari alla materna o alle medie, come già previsto dalla circolare n° 1 /1988: in questo modo concretamente i docenti verrebbero a conoscenza delle problematiche e delle caratteristiche di ciascuna scuola. Questo scambio di compresenze potrebbe essere reso possibile dal potenziamento dell'organico o ricorrendo alla figura dello psicopedagogista in ogni circolo didattico e in ogni presidenza. Infine si potrebbero programmare visite alla scuola elementare dei cinquenni e altrettanti alla scuola dell'infanzia da parte degli alunni di classe prima: per i primi sarebbe un'emozionante scoperta guidata, per i secondi un rassicurante viaggio nel passato.

Il secondo livello riguarda la costituzione di un fascicolo personale dell'alunno che raccolga la una adeguata documentazione sul suo rendimento scolastico, esiti di osservazioni sistematiche, interventi individualizzati e obiettivi raggiunti.

Il D.M. prevede inoltre che il fascicolo raccolga tutta la storia del b. acquisibile in collaborazione con le famiglie. Allo stato attuale delle cose però non esiste un modello nazionale del fascicolo la cui realizzazione è affidata al Collegio Docente che attraverso commissioni ne studiano l'elaborazione a livello locale. Inoltre per quanto riguarda il rendimento scolastico, esplicato dalle schede di valutazione, non si è tenuto conto che per la scuola materna non se ne prevede l'esistenza.

La c.m. 339/'92 auspicava inoltre la continuità a livello orizzontale che miri a valorizzare tutti i contesti di vita e di formazione dell'alunno resa possibile da proficui rapporti con le famiglie e gli enti locali, prospettando così l'utilizzo di strutture, quali palestre, biblioteche, laboratori disponibili sul territorio.

D'altra parte la scuola non è l'unica agenzia educativa, anzi all'interno di un sistema formativo policentrico essa non è che uno dei poli e deve lavorare in sinergia con tutte le scuole parallele del bambino (la famiglia, la palestra, la parrocchia, la scuola di danza, la televisione …) per raggiungere comuni obiettivi educativi.

Il tema della continuità dunque ha una duplice esigenza, quella di realizzarsi nel percorso formativo ricompattando il frammentario sistema scolastico e esplicarsi come integrazione, data per scontata la molteplicità culturale e istituzionale dell'esperienza educativa.

Sono due esigenze complementari e parimenti indispensabili per definire un sistema che eviti la frammentazione, la dispersione, la contraddittorietà del processo educativo e sia allo stesso tempo in grado di elaborare un'offerta formativa complessiva, di qualità elevata, capace di promuovere l'apprendimento e favorire in modo equilibrato lo sviluppo personale, culturale e sociale degli allievi.

 

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