giovedì 2 agosto 2012

La newsletter di Rai arte




From: arte@rai.it
To: errek@hotmail.it
Subject: La newsletter di Rai arte
Date: Thu, 2 Aug 2012 17:09:49 +0200

Newsletter Educational

Oro, argento e birra. Le Olimpiadi degli inglesi


Dal 27 luglio al 12 agosto Londra ospiterà i. Ma non è un vero debutto. Per ben tre volte infatti  (da quando nel 1896 si svolsero le prime Olimpiadi dell'età moderna) la Capitale britannica è stata scelta come sede dei Giochi. E non a caso. Se si scorre un elenc [...]

Il libro Lo scrittore L'esperto Il blogger
Road to Kabul: il booktrailer
"Colori dei mercati di Kabul. Piramidi di patate brune come montagne de [...]
Farid Adly: la rivoluzione libica
Otto mesi d'insurrezione, repressione, guerra di liberazione e intervento [...]
Affinati racconta Zhong Acheng
Cina, Rivoluzione culturale. Un gruppo di studenti viene invitato nelle campa [...]
L`Estremo Occidente di Federico Rampini
Corrispondente della "Repubblica" da New York, Federico Rampini r [...]

Dacia Maraini & Gud: La notte dei giocattoli


È notte nella cameretta della piccola Giulia, bambina della fervida immaginazione che tarda spesso ad andare a letto, persa nel suo mondo immaginario dove i giocattoli prendono vita e la coinvolgono nelle loro storie d'amore, di guerra e di poesia. Tutto sembra filare liscio fino a quando dal baule dei giochi non esce l'arcigno Uo [...]

Lina Wertmuller si racconta


Un libro di memorie per raccontare una vita dedicata al grande cinema. Lina Wertmuller incontra i lettori per presentare l'autobiografia nella quale, per la prima volta, racconta se stessa e il suo rapporto con il grande schermo, con gli attori e con il pubblico. Un racconto costruito attraverso una serie di aneddoti che si dipanano nell' [...]


Angelo Petrella: Tangentopoli vista da Posilipo


Nella Città perfetta Angelo Petrella aveva raccontato la guerra tra i clan nei quartieri di Napoli dopo la scomparsa dei grandi capi storici della camorra. Gli anni erano quelli tra il 1988 e il 1994. Le api randage è ambientato nei quartieri alti, nella Posillipo dell'alta finanza e degli affari; l'epoca è Tange [...]

La newsletter di Rai Scuola

Dal sito rai Scuola tante risorse per la LIM
http://www.raiscuola.rai.it/categorie/lavorare-con-la-lim/254/1/default.aspx




Newsletter Educational

Zettel. Filosofia in movimento. Mente/Corpo


In un articolo sul Newyorker, un illustre filosofo contemporaneo, Woody Allen, ha descritto, fantasiosamente, gli usi alimentari di alcuni filosofi, esplorando così il problema mente/corpo, partendo dal "dualismo cartesiano", cioè l'idea che mente e corpo siano due entità totalmente separate.

Lingue Ecologia e Ambiente Orientamento Arte
Il Divertinglese - Go Fish!
Il gioco che realizzeremo oggi è a tema acquatico, ma, per costruirlo, [...]
.eco - Puntata 11. Animali da Rispettare
Il tema della puntata di .eco è il rispetto degli animali affrontato a [...]
La vocazione per le Lettere
"La scelta della facoltà universitaria è una scelta molto [...]
Arte.eco - Oriente e Occidente: l`Artist [...]
Lim è l'artista dei due mondi, quello occidentale e quel [...]

Strage di Bologna: un dramma italiano


2 agosto 1980. Stazione di Bologna, ore 10.25: una bomba a tempo, contenuta in una valigia abbandonata, esplode nella sala d'aspetto della Seconda classe. Perdono la vita 85 persone. Oltre duecento i feriti. Una pagina drammatica della storia italiana; uno degli atti terroristici più gravi del secondo Dopoguerra. A causa della virul [...]

I giovani e l`istruzione


Il vice presidente di Confindustria con delega all'Education, Ivanhoe Lo Bello, parla del ruolo della scuola in relazione al momento di crisi economica e culturale del Paese. Istruzione tecnica professionale e rapporto con le imprese, orientamento, problemi dell'abbandono scolastico e della disoccupazione giovanile: intervistato da P [...]


Benito Mussolini: 25 luglio 1943, l`arresto del dittatore


Sono le prime ore del 25 luglio 1943, quando il Gran Consiglio del Fascismo approva l'esautorazione di Mussolini dall'incarico di capo del governo e la sua sostituzione con Pietro Badoglio. Quello stesso pomeriggio il dittatore viene arrestato a Villa Savoia. Il video, tratto da un servizio del 1963, ricostruisce l`epilogo dell`avven [...]

venerdì 22 giugno 2012

The Solar System


Con i bambini della classe 3° A t.p. ho affrontato il tema del sistema solare nell'ambito delle scienze, ma poi, visto l'interesse e l'entusiasmo dei bambini per i misteri del cosmo, ho pensato di allargarlo anche all'ambito linguistico. Ho proposto ai bambini di riassumere quello che avevamo studiato in un libricino. La cosa particolare che ho loro proposto è stata quella di scriverlo in lingua inglese e loro si sono subito mostrati molto interessati La copertina è stata da loro realizzata con la tecnica degli schizzi ideata da un noto artista americano e che ricrea perfettamente il caos primordiale. Il lavoro ultimato è stato motivo di grande soddisfazione per i bambini e sicuramente ripeteremo l'esperienza l'anno prossimo con altri argomenti scientifici.
L'insegnante Cristiana Baiocco

Interessante: dall'ETwinning

Di seguito la minicollana completa dei primi tre e-book realizzati tramite i contributi delle docenti del gruppo "eTwinning e la realtà", una "Sala Insegnanti" (per usare il gergo eTwinning) nata a fine 2011 con l'intento di creare un confronto per la risoluzione di problemi, e far fronte ai bisogni reali degli eTwinners. Ciò anche e soprattutto attraverso la diffusione di interessanti consigli e buone pratiche per favorire il lavoro sulla piattaforma e sviluppare idee di progetto sempre più stimolanti ed efficaci. Un grazie di cuore a tutte le docenti, tra cui molte eTwinning Ambassadors di regioni diverse, che hanno contribuito a creare tutto questo, ed in particolare alla promotrice (nonché abile blogger) Laura Maffei.

mercoledì 15 febbraio 2012

Misurazione e valutazione sono, elementi costitutivi del processo formativo.

Non c'è dubbio che uno degli argomenti più discussi e approfonditi degli ultimi anni sia la scuola e l'esigenza di un suo rinnovamento finalizzato a migliorare la qualità del servizio scolastico, a fronteggiare la dispersione scolastica e ad ovviare alla piaga nascosta dell'analfabetismo di ritorno. Le carte programmatiche, dalla Costituzione ai programmi di scuola media e quelli di scuola elementare, le leggi di riforma, i documenti Brocca, gli Orientamenti della scuola d'infanzia, mostrano il progetto di una scuola democratica in cui tutti dovrebbero imparare di più e meglio e la messa in atto della riforma Berlinguer, con il nuovo esame di stato, l'innalzamento progressivo dell'obbligo scolastico, il riordino dei cicli e l'autonomia scolastica rappresenta l'occasione per realizzarlo.

La scuola, attraverso l'individualizzazione dei saperi necessari per vivere e lavorare nel nostro tempo, potrà diventare il mezzo attraverso cui  tutte le ragazze e i ragazzi del nostro Paese saranno in grado di leggere e interpretare la realtà, diventando cittadini consapevoli e in grado di vivere e far vivere una democrazia. Ma le leggi da sole non bastano: la forza della scuola del secondo millennio è rappresentata dalla professionalità dei docenti.

La capacità di insegnare non è una dote nativa, i docenti sono dei professionisti pronti all'aggiornamento, alla sperimentazione, aperti al dialogo con il mondo della ricerca universitaria, forti di una cultura didattica centrata sull'analisi, sulla capacità di progettare la formazione in funzione di esigenze specifiche, sul controllo dei processi. Per far fronte all'esplosione scolastica e ai crescenti bisogni formativo – professionali si è passati da una visione "programmatica" tradizionale della strutturazione dei piani di studio ad una "curricolare" che meglio si adatta alle istanze di socializzazione e scientifizzazione del processo educativo scolastico e più pienamente riassume le tendenze al decentramento, alla partecipazione e all'autonomia gestionale della scuola nonché quelle alla razionalizzazione e tecnologizzazione dei processi di insegnamento – apprendimento.

La messa a punto di un curricolo, ossia di una organizzazione strategica delle modalità per favorire al massimo l'apprendimento e quindi la trasmissione, l'acquisizione e l'elaborazione delle conoscenze, richiede che si tengano presenti le situazioni di partenza (sia scolastiche che extrascolastiche), gli obiettivi cui si tende e i contenuti su cui esercitarsi; le procedure didattiche e le attrezzature ritenute adatte per l'apprendimento di quei contenuti e la messa a punto di un sistema di verifica e valutazione.

Di particolare importanza è quest'ultimo momento: se si eseguono puntualmente tutte le operazioni connesse alla fase di programmazione si dà vita a un progetto la cui validità potrà essere accertata solo al momento della sua attuazione; la misura del successo o dell'insuccesso sarà data dal livello e dal tipo di apprendimento degli allievi, dai loro comportamenti modificati, cioè dal conseguimento degli obiettivi prefissati. L'accertamento delle effettive prestazioni dell'allievo si traduce nella loro misurazione, vale a dire nella loro descrizione quantitativa; nella fase di valutazione, poi, si interpretano le informazioni raccolte confrontandole con il progetto iniziale.

La valutazione formativa che interpreta i dati raccolti attraverso le verifiche, è finalizzata alla formulazione di un giudizio di adeguatezza della proposta didattica progettata. Dal momento che per verifica si intende la rilevazione, misurazione e descrizione obiettiva dei dati ed essendo la valutazione un'interpretazione di questi ultimi, tra le due esiste un rapporto di biunivocità. Gli insegnanti hanno fatto propria la concezione di una valutazione non più semplicemente intesa come attività selettiva ed emarginante che porta alla bocciatura o alla promozione, essa è un'azione specifica del docente rivolta verso il suo stesso impegno volto a far acquisire a tutti gli allievi quei comportamenti ritenuti desiderabili e raggiungibili in sede di programmazione.

Il momento valutativo non è unico né posto al termine dell'azione di insegnamento – apprendimento, esso è inserito nella programmazione e riguarda tutte le componenti del percorso formativo. Infatti la valutazione diagnostica si rivolge ai prerequisiti degli allievi, alla loro storia personale, ma anche alla struttura organizzativa e didattica; la fase prognostica si sofferma sulla scelta degli interventi specifici per ogni bambino, miranti a fargli raggiungere determinati obiettivi delineando percorsi valutabili tratto tratto e modificabili in ragione alle esigenze di ciascuno; la valutazione sommativa è quella che caratterizza la fase finale del processo e serve sia a valutare il b. rispetto a se stesso, agli apprendimenti conseguiti, sia rispetto al livello della classe, essa è volta quindi a prendere in esame il raggiungimento degli obiettivi precisati in sede di programmazione e misurabili in termini di acquisizione di abilità e competenze. Gran parte della valutazione scolastica dovrebbe avere carattere formativo in quanto la sua funzione è quella di creare una rete fittissima di informazioni tale da determinare l'opportuna differenziazione degli interventi didattici a seconda delle necessità di ciascuno.

Il mezzo per giungere a valutare è la verifica, strumento che deve essere oggettivo e scientifico sia che si occupi di "misurare" il sapere di tipo cognitivo, sia che affronti il campo dell'affettività o quello dello sviluppo sociale. L'introduzione del concetto di misura in campo educativo ha rappresentato una svolta culturale: essa si collega ad una cultura scientifica, mentre tradizionalmente il pensiero sull'educazione faceva riferimento alla morale.

Le caratteristiche fondamentali di una misura sono la validità, cioè la sua corrispondenza con ciò che si vuole misurare e l'attendibilità e cioè la sua idoneità a misurare un dato aspetto, pur ripetendo nel tempo la misurazione.

 Il problema di una scuola che voglia essere di tutti e per ciascuno diventa quello di trovare strumenti per la misurazione. Pur non escludendo a priori e del tutto le prove scolastiche tradizionali, sebbene non proprio rigorose, maggior spazio va dato all'osservazione sistematica e a prove oggettive di profitto: la prima , assieme all'osservazione naturalistica è insostituibile soprattutto per ciò che riguarda l'apprendimento affettivo e sociale, le seconde sono specifiche per misurare conoscenze e abilità possedute dagli allievi. Le verifiche socio–affettive, utili all'insegnante anche per capire la composizione della classe, l'eventuale presenza di un leader o di gruppi, hanno come obiettivo principale la conoscenza del livello di apprendimento del convivere in modo democratico, del raggiungimento dell'autonomia di giudizio, della formazione dell'identità personale, del possesso dello spirito critico. Strumenti che possono illuminare in questo campo sono le tassonomie di Guilford e Gagnè, strutturate per obiettivi comportamentali e il sociogramma di Moreno, per esempio. Naturalmente l'osservazione sistematica dà un valido aiuto a descrivere in modo accurato ed oggettivo il "saper essere" degli allievi, attraverso la compilazione di griglie e tabelle e la loro rielaborazione attraverso i grafici.

Le verifiche riguardanti il "sapere" e il "saper fare" possono essere prove strutturate o semistrutturate, come questionari a risposta multipla, a risposta vero-falso o a risposta aperta, ma non escluderei prove informali come cronache, resoconti temi o discussioni in classe in cui comunque l'insegnante può carpire il grado di apprendimento raggiunto. Tutto ciò va posto in essere alla luce dell'obiettività, per ovviare agli indesiderati effetti alone e Pigmalione, tanto per citarne due, fonti di umiliazione e frustrazione per gli allievi e cause di abbandono scolastico, e anche riconoscendo che queste operazioni non hanno come fine la formulazione di un giudizio morale sull'allievo, ma il tentativo di rendere flessibile, adattabile e su misura degli allievi il progetto educativo dei docenti. Ecco allora che in situazioni di insuccesso del percorso di insegnamento – apprendimento diventa necessario modificare la programmazione, introdurre delle variabili affinchè i comportamenti indesiderati si estinguano, ricorrere alle tecnologie didattiche di cui l'alunno, ogni alunno, ha bisogno, scomporre il gruppo classe lavorando per gruppi o a classi aperte, ecc.

Le ricerche sull'apprendimento sono da tempo giunte a conclusione che esso produce in qualunque soggetto una modificazione osservabile del comportamento: l'allievo che ha appreso è in grado di fare qualcosa che prima non sapeva fare, cioè si comporta in modo diverso rispetto all'istante precedente l'apprendimento: ciò non solo è osservabile , ma anche verificabile. Ciò significa spostare l'accento dalla materia da insegnare ai comportamenti da apprendere, da ciò che l'insegnante vuol fare a che si vuole che l'alunno sappia fare, dall'operatività dell'insegnante all'operatività dell'allievo. Una misura reale dell'apprendimento si può avere soltanto se gli elementi di contenuto conoscitivo si traducono in abilità del soggetto che apprende, così pure le capacità, gli atteggiamenti, i valori devono essere descritti mediante comportamenti che ne sono il corrispettivo esplicito.

L'insegnante che intende la valutazione soprattutto come un accertare e un verificare allo scopo di controllare ed eventualmente correggere lo svolgimento del processo pedagogico è più aperto e disponibile alle istanze di modificazione didattica, di facilitazione, di individualizzazione, è quindi pronto a incarnare, con la sua professionalità, la forza della scuola del nuovo millennio.

 

 

“All’interno dell’azione professionale dell’insegnante, l’osservazione occasionale e sistematica consente di valutare le esigenze del bambino e di riequilibrare via via le proposte educative in base alla qualità delle sue risposte. L’osservazione, inoltr

Perché e  come valutare nella scuola materna e/o elementare.

 

Nell'ultimo quarto di secolo il sistema scolastico italiano ha subito una svolta evolvendosi da elitario ad aperto alla generalità della popolazione e attenuando la selettività che lo caratterizzava. La scuola contemporanea, divenuta scuola di tutti perché rivolge la sua proposta formativa a un pubblico obbligato ad istruirsi per almeno otto anni, avverte l'inadeguatezza di un sistema educativo centrato sulle doti personali del docente, apprezzabili, ma non sufficienti a soddisfare le esigenze di istruzione di un'utenza disomogenea, variamente disponibile rispetto alla proposta di apprendimento, confusa da una miriade di valori, modelli di comportamento e concezioni di vita, a volte contrastanti. Ad una scuola trasmettitrice di conoscenza, si è sostituita perciò una scuola che ha i suoi punti di forza sulla capacità di analisi dei bisogni e delle risorse, sulla capacità di progettare l'apprendimento in funzione di specifiche esigenze, entro i contesti determinati e specificamente esaminati. Sappiamo infatti che i bambini presentano un'estrema varietà di caratteristiche, sia dal punto di vista intellettuale che da quello affettivo: se la proposta educativa prescinde dalla considerazione di queste è improbabile che possa soddisfare le esigenze di tutti. L'efficacia dell'attività educativa del docente è dunque fortemente correlata alla sua capacità di progettare un percorso di apprendimento valido per tutta la classe e contemporaneamente adattabile a gruppi o a singoli alunni i cui ritmi come pure le cui attitudini e capacità divergono dalla media (bambini ipodotati, ma anche iperdotati, bambini dalla intelligenza pratica, alunni divergenti, creativi…). Una scuola veramente democratica, di tutti e per tutti, deve allora fondarsi su un progetto di istituto che preveda una programmazione razionale, flessibile, adattabile e soprattutto verificabile e valutabile. Sono proprio le ultime due caratteristiche che permettono alla programmazione di divenire uno strumento duttile, facilmente modificabile e quindi idoneo a raggiungere a tutti i bambini i fini dell'educazione. Gli insegnanti della scuola del duemila debbono essere dunque capaci di condurre osservazioni occasionali o sistematiche sulla classe al fine di porre in atto una valutazione di tipo formativo, indispensabile per realizzare una scuola un grado di attuare il principio di democrazia identificabile con la possibilità di mettere tutti in condizione di apprendere. La valutazione nella scuola degli anni '90 non ha per oggetto il bambino o il ragazzo, ma la programmazione, non è il bambino ad essere sottoposto a giudizio, ma il lavoro che si progetta per lui. Con la legge 517/'77 insieme al fine e all'oggetto, cambia anche il mezzo della valutazione: la scheda al posto della pagella numerica. La valutazione formativa è l'interpretazione dei dati raccolti attraverso le verifiche, in vista della formulazione di un giudizio di adeguatezza della proposta didattica adottata. Inevitabilmente la valutazione è strettamente legata alla verifica, intesa come misurazione, rilevazione descrizione obiettiva dei dati: tra le due si instaura una sorta di circolarità. La valutazione non è l'attività selettiva ed emarginante che porta alla bocciatura o alla promozione, essa è l'unico modo per offrire reali opportunità di apprendimento; è un'azione specifica dell'insegnante rivolta al suo impegno per far acquisire a tutti gli allievi determinati comportamenti ritenuti in sede di programmazione desiderabili e raggiungibili. Il momento valutativo è quindi inserito all'interno della programmazione e non riguarda mai esclusivamente gli allievi, ma tutte le componenti del percorso formativo. La valutazione è articolata in varie fasi. Quella definita diagnostica si rivolge ai prerequisiti degli allievi, alla loro storia personale e anche alla struttura organizzativa e didattica; la fase prognostica si sofferma sulla scelta degli interventi specifici per ogni bambino, mirati a fargli raggiungere determinati obiettivi delineando percorsi valutabili tratto tratto e modificabili in ragione alle esigenze di ciascuno; la valutazione sommativa è quella che caratterizza la fase finale del processo e serve per valutare il bambino rispetto a se stesso e rispetto al livello della sezione o della classe, perciò mira a prendere in esame il raggiungimento degli obiettivi precisati in sede di programmazione, misurabili in termini di acquisizione di abilità e competenze. Per quanto concerne il mezzo della valutazione, la verifica, si aggiunge che tale strumento deve essere oggettivo e scientifico sia che si occupi di "misurare" il sapere di tipo cognitivo, sia che affronti il campo dell'affettività o quello dello sviluppo sociale. Le misure devono avere caratteristiche di validità e attendibilità, devono cioè essere adatte a valutare un dato aspetto e, se si ripete nel tempo quella certa misurazione, essa deve nuovamente rivelarsi idonea per quell'aspetto. Per l'apprendimento cognitivo si può disporre di prove oggettive di profitto che vanno dall'interrogazione orale o scritta, a temi, cronache, o, nel caso in cui non si utilizzi lo scritto, a prove di tipo esecutivo a comando verbale, a puzzle, a disegni e schede da completare. Per le verifiche socio-affettive gli strumenti validati sono ad esempio le tassonomie di Guilford e Gagnè o il sociogramma di Moreno. I dati raccolti si organizzano in tabelle, grafici , istogrammi al fine di poter effettuare delle stime. Un fondamentale strumento a disposizione dell'insegnante è comunque l'osservazione sistematica, ovvero quel tipo di osservazione intenzionalmente condotta per rilevare e analizzare un certo comportamento, al fine di poter intervenire con variabili in grado di modificare competenze o comportamenti. L'osservazione sistematica si distingue da quella spontanea perché il suo è un approccio scientifico, l'unico che permetta di non essere troppo condizionati dalle variabili soggettive che appartengono all'osservatore e al  suo grado di coinvolgimento nella situazione. Osservare significa condurre esperienze facendo ricorso  ad un "metodo". L'osservatore definisce e precisa l'oggetto da osservare, stabilisce procedure e sceglie strumenti con cui rilevare e registrare i comportamenti osservati, determina i tempi e il contesto dell'osservazione, oltre che la frequenza delle rilevazioni. E' bene sottolineare nuovamente che l'osservazione non ha finalità puramente descrittive; essa è connessa alla progettazione didattica e in primo luogo alla problematica della valutazione, in quanto con  essa si possono evidenziare quegli aspetti motivazionali che sono alla base dei processi di conoscenza. L'osservazione, sistematica o naturalistica, è sicuramente un indispensabile strumento per l'insegnante che organizza il percorso formativo in modo intenzionale e razionale affrontando l'attività programmatoria con accuratezza, attraverso un'analisi minuziosa della situazione in cui opera, la precisazione di traguardi formativi ben definiti, la messa a punto di strategie, la verifica dei risultati. D'altra parte la valutazione assume il compito di rendere significative le attività mediante le quali si individuano gli obiettivi e si programmano gli interventi, ma per programmare e valutare è necessaria un'attività di tipo conoscitivo: l'osservazione. Il rapporto tra osservazione e valutazione è sempre un rapporto di complementarietà: da un lato la prima è uno strumento indispensabile alla definizione degli obiettivi, alla scelta dei criteri di verifica e alla valutazione degli esiti di insegnamento – apprendimento, a sua volta la valutazione è un momento inevitabile della stessa osservazione perché è sempre necessario interpretare e attribuire un significato a ciò che si osserva. Indubbiamente l'accesso generalizzato all'istruzione ha avuto come conseguenza principale quella di modificare la composizione delle caratteristiche personali e sociali degli allievi e ciò ha comportato la necessità di ampliare il momento conoscitivo: si tratta non solo di conoscere le reali condizioni in cui i bambini si trovano nel momento in cui accedono al percorso formativo, ma anche e soprattutto di ridefinire continuamente i traguardi e i percorsi didattici necessari per meglio corrispondere alle richieste di ciascuno di essi. Occorre delineare di volta in volta gli intenti programmatici nella scuola in relazione alle caratteristiche e alle condizioni che le singole situazioni presentano e ciò comporta l'estensione dell'attività conoscitiva a tutte le fasi del processo formativo, per individuare e definire obiettivi, per ricercare le migliori strategie di intervento, per organizzare tempi, luoghi e risorse e per predisporre criteri e modalità di verifica. Tutto ciò va fatto all'inizio, durante e dopo l'intero processo ed anche tappa per tappa perché le situazioni non sono mai completamente prevedibili e l'insegnante non può presumere di aver concluso il suo lavoro con la stesura di una pur ottima programmazione.

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